Bartolina? Ecco perché
Bartolina Sisa Vargas (1750 – 1782)
Il 5 settembre si commemora la Giornata internazionale delle donne indigene. La giornata onora l’eredità di Bartolina Sisa, una leader aymara giustiziata in quel giorno del 1782 per aver organizzato una vasta ribellione contro il dominio coloniale spagnolo.
Sisa nacque il 24 agosto 1750 a Q’ara Qhatu, una comunità indigena vicino al lago Titicaca. I suoi genitori erano commercianti e lei ha viaggiato con loro attraverso l’altopiano boliviano e la foresta di Yungas per vendere i loro prodotti. Fin dalla tenera età, ha assistito a discriminazioni e violenze contro le popolazioni indigene sotto il dominio coloniale. Da giovane ventenne, fu coinvolta nella lotta contro l’oppressione coloniale, lavorando con il marito, Tupac Katari, e la cognata, Gregoria Apaza, per allestire campi militari in tutto l’altopiano. Nel 1781, Sisa e Katari comandavano un esercito di 20.000 persone (che in seguito aumentò fin a 80.000) che assediarono la città di La Paz per 184 giorni. Durante questo periodo, Sisa fu proclamata “Regina degli Inca” e regnò insieme a suo marito.
L’assedio fu infine rotto con l’arrivo di rinforzi spagnoli da Lima e Buenos Aires. Sisa fu catturata, torturata e giustiziata dagli spagnoli. La sua morte aveva lo scopo di intimidire e indebolire il movimento indigeno. Invece, Bartolina Sisa funge ancora oggi da ispirazione duratura per coloro che continuano la sua lotta contro la discriminazione e l’ingiustizia.
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